Montagna covid-free: Lazfons da Kühhof al rifugio Santa Croce

Una estate lontano dalle Dolomiti.

Difficile. Doloroso direi.

Ma le nostre Dolomiti sono state letteralmente assaltate quest’anno, costringendoci a ripiegare dove il turismo arriva ancora poco e a piacevolmente riscoprire luoghi dove i ritmi dei masi hanno ancora il senso dell’azienda agricola. Dove la stalla è ancora affianco alla chiesa del paese.

L’escursione che decidiamo di fare, dopo molte titubanze, parte dal parcheggio Kühhof e arriva per sentiero largo e senza possibilità di dubbio al rifugio Santa Croce di Lazfons, che scopriamo essere il luogo di pellegrinaggio più alto d’Europa.

Scopriamo delle malghe incantevoli nella prima parte del percorso, nel sonnacchioso mattino del bosco che si sveglia. E raggiungere per l’ora del caffè il rifugio Chiusa, il sentiero diventa un pizzico più ripido, ma mai eccessivamente. E se per voi lo è, stringete i denti, credetemi.

La vista sulle Dolomiti, dolorosamente abbandonate quest’anno, è assolutamente superba e da qui non ci abbandonerà più fino alla destinazione finale.

Attraversiamo due malghe e ci accoglie il nitrito di un giovane cavallo abbastanza nervoso e gli immancabili grembiuli blu dei malgari che escono.

Il sentiero oltre questa parte compie una ampia curva ed infine si inerpica versa la nostra destinazione e la sua caratteristica chiesa.

E ad una buonissima accoglienza finalmente di un vero rifugio. Ai tavoli siamo in 3, e il posto è veramente incantevole.

Giorgio M.

Ingegnere, amante della natura e suo frequentatore, da sempre, in molte declinazioni, membro del Club Alpino Italiano, preferisce la montagna ma è curioso di conoscere e scoprire altri ambienti. Ama le altezze, i boschi, i luoghi selvaggi e solitari e gli piacciono i viaggi alla scoperta di cose nuove. Senza la pretesa di essere un esperto, ha aperto questo sito per consigliare e invogliare i più pigri verso le rughe più belle e più nascoste della terra, spesso a due passi da casa. Dettagli attività.

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